LE NUOVE FRONTIERE DELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA
Dai volume ad una mammella poco sviluppata o che abbia perso consistenza in seguito a gravidanza, allattamento o rapidi dimagrimenti.
Le protesi
Tempi
Modalità operatorie
Le protesi sono collocate dietro la ghiandola mammaria o dietro il muscolo Il post-operatorio
Il post-operatorio
Consigli
Dettagli
Le Protesi
Le protesi di solito utilizzate sono in gel di silicone, a doppia camera (gel-saline) o gonfiabili, contenenti esclusivamente soluzione fisiologica. Noi preferiamo introdurre protesi in gel di silicone perché ci sembra che la consistenza sia molto naturale e il risultato estetico più stabile nel tempo rispetto ai risultati che si possono conseguire con protesi gonfiabili. E’, infine, da sottolineare come, allo stato, non vi sia alcuna incidenza e relazione tra protesi mammarie e cancro della mammella, così come tra le stesse e lo sviluppo di malattie autoimmuni.
Tempi e modalità operatori
L’intervento dura circa 1-2 ore e può essere eseguito in anestesia locale o generale. La cute viene incisa lungo il bordo inferiore del l’areola, nel solco sottomammario o nel cavo ascellare. Le protesi sono collocate dietro la ghiandola mammaria o dietro il muscolo pettorale.Alla fine del’intervento vengono posizionati due drenaggi in aspirazione. Gli esiti cicatriziali possono essere ritenuti trascurabili.
Il post-operatorio
Dopo l’operazione viene fatto indossare un reggiseno. Verranno somministrati antibiotici ed analgesici. Verranno rimossi i drenaggi a distanza di 24 -72 ore. Dopo circa una settimana verrà rimossa la sutura intradermica. La maggior parte delle pazienti avverte una tensione nella regione pettorale per circa 72 ore, dopo una settimana è già consentito riprendere a pieno la propria attività.
Consigli
Nelle 3 settimane successive all’intervento è consigliabile non effettuare un’intensa attività sportiva. E’ importante soprattutto evitare quegli sport (piscina, body bulding,…) dove i muscoli pettorali sono particolarmente sollecitati.
Complicanze-Rischi
La presenza delle protesi determina una reazione dell’organismo che si esprime con la formazione di una capsula connettivale che circonda la protesi stessa. La presenza di tale capsula non compromette l’esito dell’intervento, ma essendo un evento previsto, la sua formazione può essere addirittura pilotata. Infatti alla paziente sarà consigliato di effettuare un massaggio delle mammelle, nei modi e nei tempi previsti da un protocollo internazionale, che avrà lo scopo di provocare delle microfratture della capsula in modo che essa non sia troppo stretta e costringa la protesi. Ciononostante potrebbe determinarsi, per motivi legati alla reazione individuale, la formazione di una capsula troppo aderente alla protesi che potrebbe alterare il profilo della mammella. In questo caso sarà possibile risolvere il problema con adeguate manovre sia cruente che incruente.Tale intervento presenta i rischi generici di qualsiasi intervento chirurgico quali: infezione, sieroma ed ematoma, alterazioni della sensibilità, anomalie di cicatrizzazione,in caso di ematoma importante, potrebbe essere necessario ritornare in sala operatoria per rimuovere l’eventuale raccolta ematica in anestesia generale. In caso di infezione o di grosso sieroma la protesi dovrà essere rimossa per essere reimpiantata a guarigione avvenuta. Ancora per i motivi di cui sopra si potrebbe evidenziare un’intolleranza che si potrebbe manifestare con una secrezione sierosa, fino all’estrusione della protesi. Tutto ciò non è da ritenersi un errore di tecnica, ma un’ulteriore possibilità per raggiungere il risultato ottimale.
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